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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
29 maggio 1921
Quad. XVI, 16
(29 Maggio 1921)
Visite al SS. Sacramento
(anche agli stud.ti)
Sarebbe quasi una profanazione in questa ottava solennissima trattenerci di altro, che del SS. Sacramento. La S.
Chiesa ce ne dà l'esempio... Gesù nel SS. Sacramento è Vittima, Cibo ed Amico: Vittima nella S.
Messa; Cibo nella S. Comunione ed amico nella sua continua dimora nel S. Tabernacolo.
Mi restringo stassera a parlarvi dell'ultimo rispetto, e quindi del nostro dovere di
visitarlo sovente: delle Visite al SS. Sac.to. Ne vedremo i motivi e poi il modo di benfarle (V. Conf. ai Convittori
e Quad. V p. 14).
P. V. Merlo
Pich, quad. 322-325
28 (sic) Maggio 1921
Il Signore nella SS. Eucaristia fa tre parti:
1) di vittima pei
nostri peccati e per ottenere le grazie di cui abbiamo bisogno. Guai se non ci fosse la S. Messa! Questo mondo
andrebbe tutto in rovina!...
2) di cibo dell'anima nella Comunione.
3) di amico che dobbiamo visitare.
Stavolta vi
parlerò della visita.
Ci sono tre specie di visite:
1) quelle spirituali che si fanno anche da lontano con un pensiero.
2) Quelle reali, corporali di un
quarto d'ora o di più anche un'ora. Il nostro Venerabile un giorno che era malinconico gliene fu chiesto il
perché; ed egli rispose: «Perché oggi non ho potuto fare la Visita al SS. Sacramento». Vedete
come era innamorato del SS. Sacramento.
3) Son quelle visite che si fanno tutte le volte che si ha un
momento da andare in chiesa.
La Visita è necessaria:
1) per gratitudine verso N.S.
2) per nostro interesse.
Il Signore si lamentava già quando era su questa terra perché non si
curavano di lui (Mat. 12,42): «Regina Austri venit e finibus terrae audire sapientiam Salomonis, et ecce plus
quam Salomon hic — Medius vestrum stetit quem vos nescitis».
S. Alfonso nell'introduzione alle
visite attribuisce la sua vocazione alle visite al SS. Sacramento che faceva fin da giovane. S. Francesco Saverio
dopo aver faticato tutto il giorno, passava le notti in chiesa, ai piedi dell'altare: e quando non poteva più
resistere al sonno, si riposava un momento sugli scalini dell'altare. «Non habet amaritudinem conversatio
illius». Ah, guai a chi crede di perder il tempo a star in chiesa.
Nelle malinconie, nei nostri
malucci, è Lui il medico, Lui il balsamo che guarisce anche le malattie corporali. Bisogna proprio che voi vi
formiate un bisogno, un'abitudine di visitare il SS. Sacramento.
Io dico sempre alle mie penitenti e ai
miei penitenti, di mai andar via senza passare alla Madonna delle grazie, e stender le mani il più possibile,
per ottenere tutte le grazie di cui hanno bisogno. Passano di là tutti i giorni. Tanto più ciò
deve farsi al SS. Sacramento. Se qualcuno ha bisogno di scienza e di ingegno: «Accedite et illuminamini».
Se qualcuno non vede abbastanza la necessità di seguire la virtù, non vede la soavità del suo
servizio, la preziosità della vocazione: «Domine ut videam!». — Signore, son cieco, son
«borgno»: apritemi gli occhi!
Se qualcuno è nella tribolazione: «Venite ad me
omnes...» ed io non solo vi consolerò, ma vi aggiusterò: «reficiam vos». «Qui
sitit» di amor di Dio, di virtù, veniat ad me.
Egli è il medico, e certi peccatucci li
scioglie direttamente, specialmente colla S. Comunione.
Abbiamo bisogno di questa divozione per essere
consolati specialmente nelle Missioni. S. Ignazio diceva che se fosse avvenuta la distruzione della Compagnia, un po' di
visita al SS. Sacramento avrebbe aggiustato tutto.
In Africa dovrete avere questa divozione proprio
incarnata.
Quale metodo dobbiamo seguire?
Entrando, uno sguardo al tabernacolo, fare bene la
genuflessione con una giaculatoria, coll'occhio verso il tabernacolo... Vi dico quello che sento... Vedete: a me piaceva
quando non c'era la tendina davanti al tabernacolo: pareva di essere più vicino al SS., massime se c'era
sulla porta il pellicano coi suoi pellicanotti.
Poi bisogna fare sette atti: 2 preparatori e 5
essenziali:
1) atto di fede.
2) atto di pentimento e di umiltà: «Ecce quem amas
infirmatur».
3) adorazione
4) ringraziamento
5) offerta
6)
domanda
7) consolazione
Così si dà sempre uno sguardo
a Gesù e uno sguardo a noi, uno a Gesù e uno a noi...
P. A. Garello, fogli datt. pp. 17-18
Visita al SS.mo Sacramento
Ci sono tre specie di visite:
a) quelle spirituali, che si fanno anche da lontano con un pensiero al SS.mo
Sacramento.
b) quelle reali. Il nostro Venerabile, un giorno che era melanconico, gliene fu chiesto il
perché, ed egli rispose: Perché oggi non ho potuto fare la visita al SS. mo Sacramento.
c)
Quelle visite che si fanno tutte le volte che si ha un momento da andare in chiesa. La visita è necessaria: 1°
per gratitudine verso N. Signore e 2° per nostro interesse. S. Ignazio diceva che se fosse avvenuta la distruzione
della sua Compagnia, un po' di visita a Gesù avrebbe aggiustato tutto.
In Africa dovrete avere
questa divozione proprio incarnata.
Metodo per fare bene la visita.
Entrando, uno sguardo al Tabernacolo, fare bene la genuflessione con una giaculatoria, coll'occhio verso il
Tabernacolo. In alcune porticine c'è il pellicano coi suoi pellicanotti. Poi bisogna fare 7 atti: 2 preparatorii e
cinque essenziali. 1 atto di fede - 2 atti di pentimento e di umiltà. — Ecce quem amas infirmatur — 3
adorazione — 4 ringraziamento — 5 offerta — 6 domanda — 7 consolazione. Così si dà
sempre uno sguardo a Gesù, e uno sguardo a noi: uno a Gesù, e uno a noi...
Il Signore si
lamentava già quand'era su questa terra perché non si curavano di lui. Regina venit e finibus terrae
audire sapientiam Salomonis, et ecce plus quam Salomon hic.
S. Alfonso attribuiva alle visite al SS. mo
Sacramento la sua vocazione. S. Francesco Zaverio dopo aver faticato tutto il giorno, passava la notte in chiesa ai piedi
dell'altare: e quando non poteva più reggere al sonno, si riposava un momento sugli scalini dell'altare.
Bisogna che ci formiamo un bisogno, un'abitudine di visitare Gesù Sacramentato. Abbiamo bisogno di
scienza e di ingegno? «Accedite et illuminamini».
Non vediamo abbastanza la necessità
della virtù? «Domine ut videam!». Qualcuno è nelle tribulazioni: «Venite ad Me omnes: Qui
sitit, d'amor di Dio, veniat ad me».
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Pubblicato: Martedì, 13 Giugno 2006 23:00