S. AGOSTINO

28 agosto 1921
 
Quad. XVI, 17-19
S. Agostino
(a pochi mission. e Suore)
S. Agostino fu una copia di S. Paolo. Come S. Paolo fu peccatore, e più di lui. In modo straordinario si convertì per speciale grazia di Dio. Dopo si diede intieramente a corrispondere, sicché da Possidio, primo scrittore della vita e discepolo fu detto: Pater Patrum, Doctor Doctorum, par Angelis in fervore, par prophetis in absconditorum mysteriorum revelatione, par Apostolis in praedicatione. S. Agostino può dire come S. Paolo: Gratia Dei sum id quod sum; sed gratia Dei in me vacua non fuit.
Secondo il Petrarca: lesse tanto che sembra incredibile gli sopra­vanzasse ancora tempo per scrivere, e scrisse tanto che basterebbe ap­pena la vita di un uomo per leggerlo. Ed il Rohrbacher: Se si bada al tanto che scrisse non si comprende come abbia ancora potuto tanto operare; e se si bada al quanto bene operò non si si sa proprio capire co­me mai abbia potuto scrivere tanto (Marozio - Panegirico).
Nel S. Breviario la Chiesa dice: Nullum finem fecit praedicandi verbum Dei, nisi gravi morbo oppressus. Veramente lasciò scritti 140 omelie, 600 sermoni, 90 opere, di cui il capolavoro: De Civitate Dei, e 270 lettere delle quali molte sono veri trattati.
Combattè e vinse tutti gli eretici del suo tempo: Ariani, Manichei, Donatisti, Priscillianisti, Pelagiani e Semi-pelagiani. S. Gerolamo gli scrisse: Te conditorem antiquae fidei Catholici venerantur atque susci-piunt, et quod signum majoris gloriae est, omnes haeretici detestantur.
Inoltre fondò due Ordini religiosi: gli Eremiti ed i Canonici Rego­lari, dove tanti santi vissero; e le regole vennero da molti accettate, co­me i Domenicani e le Monache della Visitazione, ed altre che portano il nome. Imitiamolo nelle virtù, e furono caratteristiche: l'umiltà, l'amor di Dio e lo zelo.
1) Convertito e ritornato in Africa si ritirò in una Villa presso Ip-pona per fare penitenza, e non ne uscì che per obbedienza. Lo scrisse Egli: Meditatus fueram fugam in solitudinem, sed prohibuisti me et confìrmasti me. Per umiltà volle pubblicare al mondo che lo applaudi­va i suoi peccati e sbagli coi libri delle Confessioni e delle Ritrattazioni. In quale conto tenesse l'umiltà lo dimostrò a certo Dioscoro (V. Rodriguez).
2) S. Agostino viene raffigurato con un cuore in mano per denota­re il suo amore a Dio. Esclama: Charitas accende me. Sero te amavi, pulchritudo tam antiqua, et tam nova, sero tè amavi. E così tutti i soli-loquii e meditazioni.
3. Del suo zelo già ho parlato. Pei poveri vendè fino i vasi sacri, e morì povero e senza testamento.
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