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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
28 maggio 1922
Quad. XVI, 38
(28 Maggio 1922)
Sulla gola
La nostra lingua ha due uffizi, del parlare e del gusto. Parliamo
ora di questo, e propriamente della gola.
Voi sapete le mie intenzioni sul mangiare, da parere quasi che vi esorti troppo a quest'atto animalesco.
Ciò faccio per amore della vostra salute, e per riuscire anche corporalmente idonei colla robustezza del corpo
a fare molto bene in Missione. - Ma mangiare non
significa vivere per mangiare, ma solamente mangiare per vivere, née porre il nostro fine nel mangiare; e
ciò non esclude una giusta mortificazione, le due
cose stanno bene insieme. Mons. Gastaldi nelle Regole pei Seminaristi dopo avere esortato i Chierici a tenere cura
della sanità come dobbiamo perché siamo di Dio e dobbiamo conservare le forze per spenderle al suo
servizio, aggiunge: Sibi suadeant, adolescentes saepe plus
cibi appetere quam bene digerere valeant: et ideo appetitui non esse undequaque indulgendum... ea potius quantitate ut
surgendo a mensa aliqualis cibi appetentia adhuc sentiatur. Esempio P. Anglesio, C. Colomiatti, e tanti Santi. (V.
Regulae cap. XI). S. Bonaventura (V. Quad. X p. 20).
Concludiamo: 1) Contentarsi di ciò che la
Provvidenza ci manda, e non sospirare cibos ultra marinos
in Missione.
2) Moderazione in casa altrui, e non come quel frate che si prendeva tutto il lasciato dagli
altri.
3) Se ammalati contentarsi, come S. Bernardo; e cessato il bisogno non continuare nelle
dispense.
3) Acqua moderate anche a tavola, e fuori con permesso. (V. Quad. V. p. 8; VII p. 1 - X p.
19).
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Creato: Mercoledì, 14 Giugno 2006 17:11
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Pubblicato: Martedì, 13 Giugno 2006 23:00