LO ZELO APOSTOLICO

19 novembre 1922
Quad. XVI, 39
Sullo zelo
(V. altrove)
 
P. P. Borello, quad. 33-34
Signor Rettore. 19 Novembre 1922 Zelus Animarum
Possiamo paragonarlo a quello di S. Francesco Zaverio. Donde viene? Dall'amore di Dio e solo dall'amore di Dio: noi andiamo ad essere Missionarii per amore di Dio, non per capriccio. Questo zelo è effetto dell'amore: vedia­mo Gesù languire per le anime e vogliamo soddisfarlo. «Zelus est effectus amoris» (Sant'Agostino). «Ex magno amore oritur zelus» (S. G. Grisostomo). «Zelus charitas est: qui non zelat non amat» (S. Agostino). Tutti debbon aver­lo, ma specialmente i Sacerdoti, cui Gesù ha affidato le anime.
Eccellenza: lo zelo apostolico è quello che ci fa salvare le anime. «Divinorum divinissimum est cooperare Deo in salute animarum» (Areopagita). Iddio poteva fare da sé, servirsi degli Angeli, eppure vuole il Missionario! «Adiutores Dei sumus» (S. Paolo). Che ministero eccellente: quasi che Dio ha bisogno di noi!... È dinanzi a questo mistero che S. Francesco di Sales esclamava: «Da mihi animas coetera tolle»; e S. Francesco Zaverio faceva grandi progetti di evangelizzazione, voleva recarsi a Parigi a distaccare tutti dagli studi pura­mente umani per recarli all'Apostolato! La Creazione, la Redenzione, la Mis­sione dello Spirito Santo non è che per la salute delle anime «ut omnes salutem consequantur». Dio stesso ci supplica ad essere zelanti per la sua causa, e chi non vorrà udire la sua voce? Chi di noi non si stimerà fortunato d'una simile vocazione?...
Necessità: Il Signore «elegit vos ut eatis et fructum afferatis et fructus vester maneat». Pare proprio che definisca il Missionario! Abbandonate tutto, anche una dimora: adopratevi molto, perché Iddio ve ne domanderà conto: ri­cordatevi che non basta convertire, ma è necessario compiere tutti quei sacrifizi, che la vita apostolica importa: costi ciò che vuole: «Vae mihi si non evangelizavero» (S. Paolo). Di S. Ignazio si racconta (che diceva) che se si trovasse alla porta del Paradiso, certo della sua salute eterna, e vedesse che un'anima sola abbisognasse ancora del suo ministero, sarebbe ritornato indietro anche a costo di perdere il Paradiso. Il Ven. Cafasso: «Lavoriamo, diceva, ci riposere­mo in Paradiso». Le stimava Egli le anime! Aveva lo zelo che proviene dalla sete delle anime! Pensiamo un po' al numero di Sacerdoti e buoni secolari, che potrebbero fare tanto del bene e lo tralasciano! Il Signore ci ha assegnata que­sta via per cui ha sparse le grazie particolari di cui abbisogniamo ed anche di più: per un'altra via il Signore non è più obbligato che a darci il puro necessa­rio. In questo mondo il Signore non benedice e non aiuta chi rifiuta il dono di essere Cooperatore di Lui. I Santi temevano i doni ottenuti e non trafficati!... Dice S. Bernardo che quando uno si dà a salvare le anime il Signore gli perdo­nerà anche un po' di quella polvere che cade nella sua anima esercitando il suo ministero. Cercare la calma e la pace nei monasteri per sfuggire alla fatica non è amore di Dio! Quindi non ci rincresca neppure di dissiparci un poco pel mi­nistero: preghiamo solo molto! Zaverio. Salvare quelle anime che nessuno vuol salvare, a cui nessuno pensa, è l'apogeo del Ministero. Quelle povere ani­me bramano tanto Gesù e lo vediamo dai convertiti!
Caratteri: a) «zelum tuum inflammet charitas, b) zelum tuum informet scientia, c) zelum tuum firmet constantia» (S. Bernardo). Zelo grande che mai si stanca e mai si rifiuta. «Si prende più mosche con un cucchiaio di miele che con un barile d'aceto» (S. Francesco di Sales): gran costanza per quanto noiose certe anime: rigettandole non le avremo più, pazientando può darsi che sentano un giorno la voce della grazia. Costanza senza pretese di salvare mol­ti: S. B. [= Leonardo] da Porto Maurizio sarebbe stato disposto a predicare le Missioni al popolo anche solo per impedire un peccato veniale. Chi ha fede sa ciò che vuol dire risparmiare un peccato. Amiamo queste considerazioni, non disanimiamoci mai...
giuseppeallamano.consolata.org