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Scritto da Beao Giuseppe Allamano
30 maggio 1924
P. P. Borello, quad. 64-68
Rettore. 30 Maggio 1924
(ai futuri
Suddiaconi)
Lessi il vostro Statuto (1) e vi dico che mi
piacque. Tutti i mezzi debbono usarsi per scuoterci — queste cose ci danno un po' di spinta. È una malattia
quella che si ha di fare più di quanto la Regola prescrive e tralasciare forse talvolta il proprio
dovere.
Tuttavia quanto avete fatto mi piace e spero che lo metterete in pratica.
Soprattutto col darvi vicendevolmente buon esempio e soprattutto ancora col darvi avvisi a vicenda. Sarebbe molto bello:
diciamo sovente che daremmo volentieri la vita per gli altri: se voi la dareste per gli altri, tanto più per i
vostri confratelli. Ebbene questo di avvertirvi non è tanto gravoso se voi vedete un compagno che potrebbe far
meglio bisogna avvertirlo e senza paura, poiché non fate altro che il vostro dovere. Mi piace tanto la vostra
Unione, l'avevamo fatta anche noi in Seminario, ma eravamo in pochi e però le cose si facevano in regola e le cose
si ripetevano al compagno anche dieci volte, se era necessario. Naturalmente anche in questo ci vuole discrezione.
È questo un ajuto ai Superiori che non possono sempre arrivare a tutto. Bisogna saper mettere il rispetto
umano sotto i piedi. Continuate così aiutandovi più presto a farvi santi... Io penso che sarete futuri
Apostoli e dico: «tanto bene farete, quanto sarete santi».
Ed ora venendo a voi, che state per fare il primo grande passo verso l'Altare, vi dico che tutte le
virtù vi sono necessarie, ma una in particolare: la S. Castità. È necessario una castità soda
e certa, riparata, se perduta — riparata non in pochi giorni, ma da almeno qualche mese. Quando andavo a scuola di
morale, fui interrogato da Mons. Bertagna: un chierico stava per ascendere al Suddiaconato; aveva molte miserie da questo
lato, ma asseriva di avere una volontà di ferro, tuttavia da qualche mese si teneva...». Risposi:
«questo abito non è ancora vinto, ma non è disperata la situazione. Perciò credo che
potrebbe avanzarsi...». No, no. La volontà presente non assicura troppo... non sarà che fuoco di
paglia, ed in seguito sarà uno di quei preti... e purtroppo ce ne sono... Il Suddiaconato ci lega per sempre,
guai se non s'è fondati in questa virtù. Il primo segno di vocazione è la Castità. Non
c'è bisogno di spaventarsi come S. Francesco quando gli fu presentato dall'Angelo quel bicchiere d'acqua...
ecc. Io dico sempre a coloro che incominciano: attenti! attenti! Tutto il resto è necessario, ma questo... Si va
dicendo che vi sono più pericoli in Missione che qui! No, per l'esperienza che ho io posso dire che non è
così. Le nudità che vi sono laggiù non sono che miserie: è come quando si vede un bambino: ci
fa nessun effetto. Non abbiate paura. Dicevami un Padre che è tornato: ci sono più pericoli per le vie di
Torino che in Africa... Quando io sono uscito dal Seminario ero contento, perché non avevo più da
pensare a ciò che avrei dovuto fare: ero preparato. Ho visto di quelli che piangevano, dovevano piangere
prima. Ricordate che se uno non è d'una abbastanza provata Castità, il Confessore non può dare il
permesso di ascendere agli ordini. Questo ve lo dico non perché vi spaventiate, ma perché pensiate
prima di fare il passo. Ricordate che ciascuno è giudice di se stesso troppo benigno. I mezzi poi per mantenerci
casti ce li dà N. Signore stesso... «nisi in oratione et jeju-nio». In «oratione» = spirito
di preghiera ed unione con Dio. In «jejunio» diceva un medico francese: io quando vedo dei preti che
vanno a tanti pranzi non so come possono essere casti. «In vino luxuria». Mezzo potentissimo e senza del quale
è quasi impossibile rimanere casti si è la divozione alla Madonna: essa è la Mediatrice di tutte
le grazie.
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Creato: Mercoledì, 14 Giugno 2006 17:46
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Pubblicato: Martedì, 13 Giugno 2006 23:00