SR. L. SGORBATI MISSIONARIA MARTIRE PARLA DELL’ALLAMANO

Sr._LeonellaSr. LEONELLA SGORBATI

 

Il 17 settembre 2008 è stato il secondo anniversario del martirio di sr. Leonella Sgorbati, Missionaria della Consolata, uccisa a Mogadiscio il 17 settembre 2006. Ho usato la parola “martirio”, perché la sua uccisione è stata proprio a causa della sua condizione di missionaria. Sì, sr. Leonella è martire anche perché, come Gesù, mentre moriva ha implorato il perdono per i suoi uccisori. Chi non ricorda quel suo triplice “perdono, perdono, perdono”, pronunciato con un filo di voce mentre stava spirando?

Anche il Santo Padre Benedetto XVI, ha ricordato più di una volta pubblicamente sr. Leonella inserendola nel numero dei martiri del tempo attuale. E durante l’Angelus del 24 settembre 2006, ha descritto il significato del suo martirio con queste parole: «Questa suora, che da molti anni serviva i poveri e i piccoli in Somalia, è morta pronunciando la parola “perdono”; ecco la più autentica testimonianza cristiana, segno pacifico di contraddizione che dimostra la vittoria dell’amore sull’odio e sul male».

Durante il suo servizio di Superiore Regionale delle Missionarie della Consolata in Kenya, negli anni………………, sr. Leonella ha scritto diverse lettere circolari alle consorelle. Da queste lettere emerge bene il suo attaccamento al Fondatore. Lei è una di quelle figlie che non hanno incontrato personalmente il “Padre” durante la sua vita terrena, ma che lo hanno spiritualmente conosciuto e profondamente amato. Riporto alcuni brani scelti dalle lettere circolari, invitando a notare soprattutto questi aspetti: Sr Leonella ricorda il Fondatore molto spesso in congiunzione con la Consolata; inoltre, più che riportare la dottrina del Fondatore, lo fa presenta nella vita; infine dalle sue parole ricorre di frequente l’invito alle consorelle a donarsi con amore, per il bene della gente, “fino alla fine”, fino a “donare la vita”. Questo era l’atteggiamento che stava a cuore dall’Allamano e che lei ha realizzato in modo cruento alcuni anni dopo, su una strada assolata di Mogadiscio.

 

 

20 giugno 1994, festa della SS. Consolata: «In questo giorno, 80 anni fa, un drappello di giovani Missionarie della Consolata celebrava questa festa in terra di missione qui in Kenya per la prima volta. Con lo sguardo del nostro cuore di sorelle e figlie cerchiamo di vedere, di percepire con quali sentimenti questa “festa del cuore”, come la chiamava il Fondatore, fu vissuta allora dalle sorelle e dal Fondatore stesso. […].

Quanta gioia riconoscente, quanta preghiera e trepidazione devono essere sgorgate dall’animo del Fondatore che dal “coretto” offriva a Maria Consolata queste sue prime figlie così lontane, eppure così presenti. Dalle sue conferenze trapela il desiderio, l’ansia santa che queste sue figlie siano “corredentrici”, immagine della Consolata, presenza viva, incarnata di Maria Consolata in terra di missione.

Dalle sue lunghe ore di contemplazione davanti a Maria Consolata prende vita l’immagine della Missionaria che Lui “vuole” (i suoi “voglio”) – vera figlia della Consolata e perciò sua immagine – “come Maria prima Missionaria”. […]. Questa Missionaria della Consolata secondo il suo cuore, lui la intravede: una donna veramente e profondamente femminile, con quell’intuizione di Dio e della persona che viene da un cuore puro, libero, innamorato di “Dio solo”. Perciò questa missionaria è forte della sua forza, dell’amore vero, sa veramente donare la vita… con il Figlio, Agnello mansueto, donando solo il bene, la bontà, l’accoglienza; vive con il Figlio la strada del Calvario, donando amore e comprensione a chi lo crocifigge e rivelando così l’amore infinito del Padre. […].

Sorelle carissime, in questa festa giubilare dell’ottantesimo di missione, mettiamoci davanti al Fondatore, davanti alla Consolata in preghiera profonda e in sincera ricerca, in fedeltà, in onestà».

 

10 novembre 1994: «Tutte abbiamo collaborato alla Conferenza Regionale con il nostro contributo di presenza, di preghiera, di sacrificio e di fedeltà al carisma. Sì, veramente dobbiamo dire che lo spirito del nostro beato Padre Fondatore era presente con noi e le decisioni prese sono state una risposta fatta di coraggio e di sincera fedeltà. […].

A conclusione di questo “Anno della Missione” prendiamo in mano la nostra vita di Missionarie della Consolata con una riflessione semplice e sincera che ciascuna di noi è chiamata a fare e domandiamoci: - Quando Padre Fondatore mi guarda, riconosce in me i tratti di quella sua figlia che lui aveva sognato e desiderato ad immagine della Consolata?

Le nostre prime Sorelle, guardandomi, mi riconoscono una di loro? Possono guardarmi con gioia e speranza, vedendomi camminare nell’Amore che va fino alla fine per annunciare la Consolazione del Padre?[…].

Coraggio, carissime, la nostra povertà personale che ci accomuna e ci aiuta a diventare miti e misericordiose l’una con l’altra e con i fratelli, sarà il trampolino di lancio per riscoprire e vivere sempre più in pienezza il nostro essere Missionarie della Consolata vere Figlie del Fondatore».

 

20 giugno 1995, festa della SS. Consolata: Con profonda gioia vengo a ciascuna di voi in questa festa tanto cara della “nostra Madonna”, come soleva chiamarla il nostro beato Fondatore, per porgere insieme al Consiglio il mio augurio più fervido. […].

In questo anno dedicato alla donna - questo anno che per noi è l’ottantacinquesimo di Fondazione - guardiamo attentamente con amore alla Consolata - la vera “Donna Maestra di Pace”. […]. Mattiamoci dinanzi a Maria Consolata, nostra Madre, che ci genera oggi, consapevoli che, se veramente siamo sue figlie, scorre nella nostra carne, nella nostra linfa la sua vera vita. […]. Lasciamoci generare “figlie nel Figlio”, noi che abbiamo per missione specifica di annunciare l’Amore incondizionato del Padre, il Figlio che è in noi e nel quale noi siamo.

Questa nostra chiamata ad essere figlie vere della Consolata, oggi, donne nuove generate dall’Amore per generare alla Vita, che cosa comporta in pratica? Il Fondatore ci illumina: “Il bene fatto bene, con amore, nel silenzio, con umiltà, per Dio solo”!

La persona che ci avvicina oggi è assetata di pace, di amore, di comprensione; ha bisogno di incontrare in noi la somiglianza con la nostra Madre, la sua bontà materna, la sua comprensione verso le miserie e povertà umane, la sua delicatezza e tenerezza che guariscono le ferite del cuore e dello spirito, e fanno crescere».

 

27 dicembre 1995: «Il giorno 16 febbraio ricorrerà il settantesimo anniversario della santa morte del nostro Padre Fondatore. Il nostro Padre aveva un amore tutto speciale per noi sue figlie, accudiva e formava le nostre prime sorelle con cura e sollecitudine paterna trasmettendo a loro il dono carismatico ricevuto da Dio.

Il Padre plasmava le sue figlie guardando la Consolata. Ci sognava “straordinarie nell’ordinario: voi dovete essere suore speciali, non comuni”. Ci sognava donne forti. Donne che danno la vita. Ci voleva “sacramentine”, donne di contemplazione. Il Padre ha promesso il suo spirito, il dono nostro carismatico a chi glielo chiede.

Sorelle carissime, in questo settantesimo anniversario della sua morte rivolgiamoci a lui come figlie vere, come figlie che desiderano essere fedeli e lo pregano di renderle partecipi della sua eredità santa: vivere il dono carismatico della Consolazione!

Insieme mettiamoci davanti al Padre Fondatore; chiediamogli se ci riconosce come sue figlie; chiediamogli di implorare per noi da Dio il dono dell’esperienza della Consolazione per poter essere testimoni credibili di “quello che i nostri occhi hanno visto e le nostre mani hanno toccato”. […].

Per celebrare questo avvenimento e per impetrare dal nostro Padre Fondatore il dono del suo spirito, invito ogni comunità a prepararsi con una novena che inizierà il giorno 7 febbraio e si concluderà con la santa messa del beato Fondatore.

I nostri confratelli Missionari della Consolata stanno organizzando loro pure di celebrare con solennità il settantesimo. Sarebbe bello, dove è possibile, celebrare questo giorno insieme.

Unite nello stesso carisma che ci rende famiglia vera in cammino sulle strade del mondo oer vivere e annunciare l’Amore, così come il Padre Fondatore ci volle, sosteniamoci portendo i pesi e le fatiche l’una dell’altra».

 

20 giugno 1996, festa della SS. Consolata: «Con profonda riconoscenza a Dio, nostro Padre, il cui Nome è “Tenerezza” e “Misericordia” come ci ha fatto pregare la liturgia di questi giorni, vengo a voi in questa festa così cara, così “nostra” per fare giungere a ciascuna, anche a nome del Consiglio, un augurio carico di tanto fraterno affetto, preghiera e desiderio di una sempre più forte unione nel cammino verso di Lui, nostro unico ideale e ragione unica della nostra vita di “Famiglia missionaria” come ci ha volute il Fondatore.

E dinanzi all’icona della Consolata, infatti, il Fondatore ci ha dato un volto, quello della Madre; ci ha dato un cuore, quello della Vergine più tenera e umile; ci ha dato una missione, portare la Consolazione, Gesù, Amore del Padre, a chi non l’aveva mai conosciuta! […].

Contempliamo la Consolata nell’attitudine di donarci il Figlio. Questa Madre che diventa “Tabernacolo e Calice”, affinché nutrendoci di questo Figlio, che Lei ci porge, diventiamo davvero “Figlie nel Figlio”. Il Fondatore passava ore a contemplare la Madre, passava ore ad adorare il Figlio reso Pane spezzato per noi! È così che noi diventiamo consapevoli e “capaci per l’energia stessa del nostro carisma, di dare risposte d’amore coraggiose alle sfide di oggi, perché l’umanità riscopra la sorgente della sua identità e felicità”. […]. E allora, andando dai nostri fratelli, potremo immergerci nella loro sofferenza, accogliere il loro dolore ed il nostro, camminare con loro portando insieme lo stesso dolore. […]. Così diventeremo anche noi la tenerezza e misericordia del Padre, e allora il Fondatore, guardandoci, riconoscerà in noi l’icona della Consolata».

 

20 giugno 1998, festa della SS. Consolata: In questo anno dedicato in modo speciale allo Spirito Santo, la festa della nostra “Madre tenerissima”, come soleva chiamarla il Padre Fondatore, ci porta una luce nuova, luce che viene dallo Spirito Santo stesso. La Vergine accoglie nel suo seno il Creatore. Il Consolatore genera in lei la Consolazione stessa – Gesù – rendendola “la Consolata”.

Noi Missionarie della Consolata siamo chiamate ad annunciare la Buona Novella che la Consolazione è veramente stata donata al mondo, e chiamate anche a testimoniare con la nostra vita di ogni giorno che il dono della Consolazione è ciò che fa la differenza nella vita ed è dono per tutti. […]. Siamo noi persone che la gente può avvicinare senza sentirsi intimidita o umiliata alla nostra presenza, ma ci sente…Alla-mano, accessibili?».

 

giuseppeallamano.consolata.org