CONTATTI TRA GUIDO CONFORTI E L’ALLAMANO

CONTATTI TRA GUIDO CONFORTI BeatoConforti

E L’ALLAMANO

 

 

Il rapporto tra l’Allamano e il il Beato Conforti (1865 - 1831) ha avuto un timbro missionario ed è direttamente collegata con l’iniziativa dello stesso Allamano, dell’agosto 1912, di indirizzare una petizione congiunta degli Istituti Missionari italiani al Papa Pio X, al fine di sollecitare un documento pontificio pubblico per favorire le missioni cattoliche nel mondo.1

 

La petizione è stata effettivamente spedita il 31 dicembre 1912.2 La risposta del Papa, indirizzata a tutti i firmatari3, è stata inviata al primo di essi, che era Mons. Conforti, il quale si è premurato di trasmetterla agli altri.

 

La lettera del Conforti all’Allamano porta la data del 9 febbraio 1913. Tra l’altro dice: «È una prova novella della carità paterna del vicario di Cristo per l’opera grande della dilatazione del Regno di Dio ed a noi non rimane che pregare il Signore che l’augusta parola del Capo Supremo della Chiesa trovi eco profonda in ogni anima pia e generosa, sicché questa nostra Italia abbia a dare per l’avvenire un contributo maggiore, che per l’addietro, all’Apostolato Cattolico».4

 

La risposta dell’Allamano non si fa attendere ed è datata 14 febbraio 1913: «[…] Voglia il Signore in quest’anno e dopo l’autorevole impulso della Sede Apostolica scuotere gli animi e togliere i molti ostacoli che si oppongono alla maggior vocazione di operai evangelici. V. E. mentre benedice i Suoi Figli, raccomandi anche al buon Dio i missionari chemilitano sotto la protezione della Ss. Consolata».5

 

Il rapporto tra l’Allamano e il Conforti è stato anche incrementato dal comune interesse per l’Unione Missionaria del Clero, fondata dal P. Manna, della quale il Conforti prima è stato patrocinatore e poi presidente effettivo dal 31 agosto 1918.6 Il 29 aprile 1918, il Conforti scrive all’Allamano chiedendogli di iscriversi all’opera e di inviare un suo delegato per far parte del Consiglio Generale della medesima. E continua: «Non aggiungo parole per interessare all’uopo lo zelo ben noto di V. P. per tutto ciò che è nobile e grande».7 L’Allamano risponde dichiarando di iscriversi «all’Unione Missionaria quale superiore dell’Istituto della Consolata per le Missioni estere». Purtroppo deve posticipare la notifica del delegato soprattutto per la morte del P. Costa, , ma assicura: «Vi prenderò parte in ispirito invocando dalla Ss. V. Consolatrice quel forte incremento missionario a cui tende lo zelo di V. E. e della benemerita Unione».8

1 Le tre ragioni fondamentali che stanno alla base di tale iniziativa sono chiaramente espresse nelle lettere dell’Allamano ai responsabili degli Istituti Missionari, come primo approccio per sondare l’ambiente e sentire i pareri: a P. Giovanni Bonari, SX, Parma: cf. Lett., VI, 215 – 217; a Mons. Pietro Vigano, PIME, Milano: ivi, 218 – 219; a P. Domenico Callerio, SS. Pietro e Paolo, Roma;: ivi, 219; a P. Pietro Vinello, Comboniani, Verona: ivi, 220; a P. Filippo Traverso, Brignole-Sale, Genova: ivi, 221.

2 Cf. Lett., VI, 307 – 309.

3 Cf. Lett., VI, 307 – 309. Mons. Conforti ha poi indirizzato il testo del documento pontificio a tutti i Vescovi italiani con una circolare di presentazione, in data 14 febbraio 1913: cf. Lett., VI, 341, n. 2.

4 Lett., VI, 341.

5 Lett., VI, 343 – 344. Come si nota, l’Allamano ritorna esplicitamente sulla ragione concreta, che lo aveva indotto a suggerire l’iniziativa della supplica al Papa: la scarsità di vocazioni missionarie, talvolta ostacolate persino dai Vescovi.

6 Cf. Lett., VIII, 111 – 112, con n. 1.

7 Lett., VIII, 112.

8 Lett., VIII, 133 – 134. Il rappresentante sarà poi il P. L. Sales: cf. Lett., VIII, 616, 632.

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