ORESTE FONTANELLA AMMIRATORE DELL’ALLAMANO

ORESTE FONTANELLA Oreste

AMMIRATORE DELL’ALLAMANO1

 

Il Venerabile Oreste Fontanella (1883 – 1935) è uno dei santi sacerdoti, educatori del clero, di cui la Chiesa piemontese è stata arricchita durante i primi decenni del secolo scorso. Il suo ministero principale è stato quello di direttore spirituale nel seminario di Biella, dal 1909, con l’interruzione dal 1916 al 1919, quando prestò servizio militare nell’ospedale Duchessa Isabella di Torino.

 

Le testimonianze del processo canonico di Don Fontanella evidenziano abbondantemente il suo spirito missionario. P. Candido Bona, nello studio citato, fa questa osservazione: «In don Fontanella, sacerdote autentico, animato dall’impulso dello Spirito Santo, esiste ed è ben visibile la dimensione missionaria, benché i biografi non si siano sempre preoccupati di metterla in evidenza. Varrebbe la pena di delinearla sulla scorta delle testimonianze per il processo di beatificazione, senza preoccuparsi delle ripetizioni che, semmai, hanno valore probativo».2 Partendo da questa sensibilità missionaria del Fontanella si può capire con facilità la sua ammirata “attenzione” al grande padre di missionari che era l’Allamano.

 

Sicuramente il Fontanella ha avuto contatti con l’Allamano, durante le sue visite al Santuario della Consolata, nel quale ha più volte celebrato la S. Messa, come risulta dal suo registro personale. Stando alla testimonianza di P. alberto Stacul, forse lo ha pure incontrato nella casa madre di Corso Ferrucci.3 La sua stima per l’Allamano e la sua opera missionaria la possiamo arguire dal semplice fatto che egli ha promosso le vocazioni missionarie per l’Istituto tra gli allievi del suo seminario.4 Si dice che sia stato lo zelo di Don Fontanella alla base della solenne cerimonia, nel duomo di Biella, per la consegna della statua della Madonna nera di Oropa per la missione di Mogoiri.

 

Di Don Fontanella conserviamo una lettera del 20 settembre 1923, con la quale egli porge le felicitazioni all’Allamano per il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale. È così bella,5 nella sua semplicità, che merita di essere letta integralmente: «Umile parola è la mia che giunge forse l’ultima, ma vuole essere fra le più sincere e sentite.

Oggi, in cui Ella ha la consolazione di vedersi intorno raccolta una parte del bene compiuto nel Suo lungo, svariato lavoro di s. Ministero, e il buon Dio sembra anticiparle in terra un poco di quella lode e gioia che immensa Le è serbata in Cielo, io, lontano ma pur vicino alla Sua Veneratissima Persona, comprendo pienamente quello [che] Ella vale e merita, mi unisco a quella immensa falange di anime che ammirano le opere Sue, che imparano dalle Sue virtù e Le vogliono bene, e prego, prego tanto per Lei.

Che Gesù benedetto La conservi moltissimo ai Suoi Figli ed a noi tutti, Le dia grazia, salute, forza, e la preziosa vita Sua sia coronata da successi santi!

Mi permetto di offrirle una piccola immagine della nostra Madonna d’Oropa, perché accanto a quella della Consolata, voglia essere a Lei come una memoria perché Ella nella sue preghiera voglia ricordare, dopo i Figli della Consolata, anche i Figli della Celeste Madre d’Oropa.

Le presento anche gli auguri reverenti dei buoni Chierici del Seminario che oggi hanno fatto la s. Comunione per Lei e implorano la Sua paterna benedizione.

Le bacio con reverente affetto la mano».6

 

Presentando questa lettera, P. C. Bona fa questo significativo commento: «La lettera costituisce la prova perentoria delle relazioni intercorse tra i due santi sacerdoti, sempre improntate a reciproca ammirazione, ad affettuosa e profonda consonanza di sentimenti. Una lettera come questa non si manda ad uno sconosciuto, a un estraneo!».7

 

1 Uno studio sviluppato sul Venerabile Oreste Fontanella e il suoi contatti con l’Allamano e l’Istituto Missioni Consolata si ha in BONA C., o. c., pp. 493 – 505. P. Bona aveva già pubblicato queste idee anni prima: Fontanella e Allamano, due sacerdoti per il nostro tempo, in Il Servo di Dio Giuseppe Allamano ‘Tesoriere della consolata’, 1, 1984, pp. 9 – 16; 2, (1984), pp. 14 – 19. Una sintetica presentazione dello stesso argomento si trova in TUBALDO I., o. c., IV, 140 – 141.

2 BONA C., o. c., p. 500; alla p. 501 sono riportate diverse testimonianze sullo zelo missionario di Don Fontanella.

3 Cf. Troppi ricordi ancor vivi, in Il Servo di Dio Goiuseppe allamano, ‘Tesoriere della Consolata’, 2 (1984), pp. 17 – 18.

4 Don Fontanella ha presentato all’Allamano l’aspirante missionario Alberto Stacul nel 1917; nel 1923, Ernesto Giardino e Igino Masserano (poi uscito e rimasto parroco nelle sua diocesi), seguito da Alfredo Deagostini.

5 P. Bona C. afferma: «Tra gl’innumerevoli messaggi di felicitazione giunti per l’occasione al Rettore della consolata, le quattro facciatine di don Fontanella possono considerarsi senz’altro lo scritto più bello e più prezioso, se si eccettua la lettera autografa del Papa»: o. c., p. 505.

6 Lett., IX/2, 571 – 572.

7 BONA C., o. c., p. 505.

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