L’ALLAMANO PIANSE
ALLA MORTE DEL FRASSATI
Non è certo se ci sono stati contatti diretti fra il Beato Piergiorgio Frassati (…………) e l’Allamano. Sul rapporto tra i due, però, si è già scritto un articolo dal domenicano P. Scaltriti, che ha valorizzato alcune fonti e specialmente una testimonianza inedita del Canonico Nicola Baravalle,1 che l’Allamano lo ha conosciuto da vicino e molto bene.2 Riportiamo dall’articolo dello Scaltriti, citando le fonti che lui stesso cita, i punti essenziali che lasciano intravedere tra i due mutua conoscenza a apprezzamento.
Che il Frassati abbia potuto conoscere l’Allamano è molto probabile, per non dire certo. Infatti, è dimostrato che il Frassati ha frequentato il Santuario della Consolata, quando l’Allamano ne era Rettore.3 È inverosimile che un giovane del calibro spirituale del Frassati non abbia sentito il fascino di un tale Rettore! Tanto più se si pensa che anche il Frassati aveva un’anima missionaria intendeva, presa la laurea in ingegneria minearia, emigrare per essere accanto ai minatori in Americ, in Russia, in Africa.4
Ci sono due testimonianze del Baravalle. La prima è rilasciata al processo canonico: «Il Servo di Dio come grandemente gioiva e si compiaceva del bene compiuto dagli altri, così soffriva immensamente per le offese fatte al Signore. Ricordo, che quando nella andata a Roma della Gioventù Cattolica, vi furono tafferugli, per cui vennero incarcerati parecchi nostri giovani, egli si compiaceva e versava lacrime di intima gioia nel leggere che il Servo di Dio ier Giorgio Trassati teneva alto il morale di tutti, non piegandosi alla volontà dei nemici, e non accettando la liberazione quando si venne a conoscere che era figlio dell’ambasciatore d’Italia a Berlino. E più ancora nel sapere che era l’anima di tutti, che invitava a recitare il rosario, e intonava le litanie della Madonna»5
Ma la testimonianza più bella è quella che il Baravalle scrive nella lettera alla sorella del Frassati: «[Nel 1925] alla notizia della morte di Pier Giorgio, il vecchio Allamano pianse». Non si piange per uno sconosciuto! Il Baravalle continua: «Nel giorno dell’ingresso del nostro amatissimo Arcivescovo [Mons. Giuseppe Gamba], a cena, il Can. Ricordava di aver notato lo studente Frassati che procedeva soddisfatto e riverente a lato dell’Arcivescovo, e sovente concordava ancora questo giovane così nascostamente virtuoso».6
Il P. Scaltriti, ricordando l’impegno cristiano, soprattutto sul piano sociale del Frassati, e conoscendo la sensibilità dell’Allamano in questo campo, si domanda: «Quante volte Pier Giorgio fu dall’Allamano per coordinare questa azione che aveva un quartiere non secondario in quello della Consolata?».7
Un segno di conferma indiretta è la famosa fotografia che riprende, in una sola inquadratura, sia l’Allamano che il Frassati, vicini al nuovo Arcivescovo Mons. Gamba, nel corteo del solenne ingresso in diocesi.
1 Si tratta di una lettera del Baravalle alla sorella del Trassati.
2 Cf. SCALTRITI G. A., I Santi s’incontrano. È una vecchia legge, dalla Pentecoste in poi. Pier Giorgio Trassati e Giuseppe allamano, in ‘Il Servo di Dio Giuseppe Allamano, Tesoriere della Consolata’, N. 2, 1978, pp. 7 – 9.
3 Cf. Pier Giorgio Frassati e la Consolata, in “Il Santuario della Consolata”, gennaio 1978.
4 Cf. SCALTRITI G. A., o. c., p. 9.
5 Processus Informativus, IV, 84.
6 Dossier Nuovo Arcivescovo, n. 3.
7 ID., o. c., p. 9. Lo Scaltriti a questo punto cita: L’incontro di Pier Giorgio con Savonarola, in “Palestra del Clero”, Gennaio 1978, ½.