NOVENA DELLA SS. CONSOLATA

mikinoivena

 

NOVENA DELLA CONSOLATA – PRIMO GIORNO

 

CONSOLAZIONE E' ANNUNCIO DEL VANGELO

 

Maria, prima missionaria, è Colei che ha dato al mondo Gesù, la vera consolazione. È per noi madre e maestra nell'annuncio del vangelo. San Giuseppe Cafasso diceva che la Madonna bisogna prenderla “socia” in tutto: «Quando andate a predicare, prendetevi sempre insieme la Madonna. Andate a predicare tutti due e ditele così: “io farò la voce, tu farai la predica”».

 

Parola di Dio: Matteo 10, 7-10

«E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento».

 

Dalla “Magna Chart” sull'Interculturalità

«L'evangelizzazione è una parte essenziale della vita del Missionario. Noi evangelizziamo perché è necessario guidare la persona umana a trovare delle strade che l’aiutino a dare risposta alle sue angosce. Il principale obiettivo della evangelizzazione è la persona, non l’aumento del numero dei credenti. L’amore di Gesù Cristo per l’altro spinge la Chiesa a portare avanti la sua missione. L'evangelizzazione delle culture ha come premessa l’inculturazione del Vangelo».

 

Dalla nostra vita missionaria

«Nel gelo di Arvaiheer (Mongolia), 40 gradi sotto zero, sei religiosi e religiose annunciano il Vangelo vivendo a fianco dei poveri. “Il nuovo centro è finalmente pronto. Ve lo annunciamo con gioia e riconoscenza al Signore. Ogni giorno accogliamo bambini e giovani dei dintorni per un po' di doposcuola, che potrebbe diventare anche una possibilità di prima alfabetizzazione per chi non è riuscito a iscriversi ai corsi regolari. La domenica celebriamo l'Eucarestia insieme alla gente nella grande ger che usiamo come cappella, per poi proseguire con gli incontri di introduzione alla fede» (P. Giorgio Marengo IMC)

 

Preghiamo insieme: Maria, Stella dell' evangelizzazione, prega per noi

  • Per i missionari che con l'annuncio del Vangelo portano al mondo la vera consolazione, preghiamo.

  • Per i catecumeni e le giovani chiese, affinché con l'annuncio e la testimonianza del vangelo, crescano come chiesa viva e missionaria, preghiamo.

  • Per coloro che sono afflitti da sofferenze fisiche o morali, perché possano avere sempre vicino a loro fratelli e sorelle che siano segno di consolazione, preghiamo.

 

ORAZIONE: O Dio, che per mezzo di Maria Vergine hai voluto dare al tuo popolo la vera consolazione, Gesù Cristo; concedi a noi che la veneriamo con il titolo di Consolata, di collaborare insieme con lei all'opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

 

 

NOVENA DELLA CONSOLATA – SECONDO GIORNO

 

CONSOLAZIONE E' PROMOZIONE UMANA

 

Nel nostro metodo missionario l'evangelizzazione è sempre accompagnata alla promozione umana. Consolazione è il servizio della carità. Nella sua sollecitudine e attenzione per Elisabetta e per gli sposi di Cana, Maria si fa partecipe della misericordia del Figlio di Dio, che passò per la nostra terra beneficando, sanando, sollevando ogni infermità e pena. (La Consolata e la nostra identità, 1988).

 

Parola di Dio: Marco 3, 1-5

«Entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: “Mettiti nel mezzo!”. Poi domandò loro: “È lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: “Stendi la mano!”. La stese e la sua mano fu risanata».

 

Dalla “Magna Charta” dell'Interculturalità

«L’Allamano scorgeva nel nome dato all’Istituto il volto di Colei che è Consolata dal bene che facciamo alle persone, promuovendone la dignità: «fateli prima persone e poi cristiani». Sul modello di Maria, sollecita del bene dell’umanità, la Missione tende all’instaurazione del Regno di Dio amore, bontà, misericordia.

Non è difficile scorgere l’intima correlazione che esiste tra la consolazione - liberazione - promozione e la Missione. Nel nostro metodo di evangelizzazione si sono sempre accordate le componenti di evangelizzazione e promozione umana. L’insegnamento del Fondatore su questo è esplicito e frequente».

 

Dalla nostra vita missionaria

»Siamo Emanuela e Fabio, una giovane coppia di laici Missionari di Torino arrivati in Etiopia per prestare servizio presso la missione di Gambo. Come ingegneri mettiamo a disposizione le nostre competenze tecniche attraverso progetti relativi alla gestione ambientale (acque, rifiuti...), degli impianti e delle attrezzature dell'ospedale della Consolata. La nostra preparazione ci ha permesso di conoscere ancora meglio la figura del Beato Allamano e di approfondire alcuni aspetti del vangelo, con un occhio particolare rivolto al messaggio missionario in esso contenuto. Spesso amici e parenti non riuscivano a comprendere il significato della nostra scelta. La risposta a queste loro incertezze (e in realtà anche alle nostre) ce l'ha suggerita Maria, attraverso le uniche parole che ha rivolto agli uomini, indicandoci suo figlio: “Fate quello che Lui vi dirà”».

 

Preghiamo insieme: Interceda per noi la Vergine Consolata

  • In Maria ci hai dato l'aurora della salvezza, un segno certo di speranza e di consolazione per il mondo intero; donaci sapienza e forza per contribuire al progresso dei popoli e al sollievo di ogni umana miseria.

  • In Maria ci offri l'esempio del servizio gratuito; donaci la capacità di servire agli altri con disponibilità e generosità.

  • Nel sì di Maria ci mostri il germe di ogni vocazione; illumina e sostieni tutti i missionari del vangelo e della promozione della dignità umana.

 

ORAZIONE: O Dio, che per mezzo di Maria Vergine hai voluto dare al tuo popolo la vera consolazione, Gesù Cristo; concedi a noi che la veneriamo con il titolo di Consolata, di collaborare insieme con lei all'opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

 

 

NOVENA DELLA CONSOLATA – TERZO GIORNO

 

CONSOLAZIONE E' GIUSTIZIA E PACE

 

Maria, invocata come Regina della pace, ha sempre avuto a cuore ed ha chiesto di pregare perché la giustizia e la pace potesse regnare nel mondo. In tempi di guerra e grandi calamità più volte la Consolata è stata invocata e sempre ha avuto il suo modo di intervenire o proteggere coloro che a Lei si affidavano. Lavorare per la Giustizia e la Pace è rendere operativa la consolazione che porta questo nome e per la quale Lei, come madre, intercede.

 

Parola di Dio: Matteo 5, 1

Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

 

Dagli Atti del XI Capitolo Generale

«Giustizia, pace e integrità del creato sono dimensioni evangeliche del nostro carisma di consolazione e promuovono il rispetto e la difesa dei diritti umani e civili, la riconciliazione e la salvaguardia del creato.

I missionari sono chiamati ad agire per la formazione delle coscienze, la ricostruzione sociale e culturale dei popoli, la promozione della tolleranza e della eticità delle relazioni».

 

Dalla nostra vita missionaria

»Il 19 marzo, giorno della festa di San Giuseppe, abbiamo appreso la notizia del verdetto finale della Corte Federale Suprema del Brasile che ha confermato la costituzionalità del decreto firmato dal Presidente Lula che riconosceva Raposa Serra do Sol come totalmente e integralmente terra indigena. Vogliamo condividere con i confratelli, le consorelle e i popoli indigeni di Roraima la nostra gioia e il nostro sollievo. Con la conclusione del processo, e il ritiro dalle terre degli occupanti illegali, finiscono le tensioni, i soprusi e lo spargimento di sangue. Il Consiglio Indigenista di Roraima è convinto che per i popoli indigeni possa finalmente iniziare un futuro di pace basato sulla giustizia, il rispetto dei diritti, per uno sviluppo sostenibile dell’area nel pieno rispetto dell’ecosistema e delle nostre tradizioni culturali. Chiediamo la benedizione di Dio per Raposa Serra do Sol e per tutti i popoli indigeni, che la Vergine Consolata, nostra Madre, ci illumini e sostenga nella missione di evangelizzazione per continuare a costruire insieme un mondo nuovo, di pace e di giustizia per tutti» (Lettera della Direzione Generale IMC).

 

Preghiamo insieme: Regina della pace, prega per noi

  • Per tutti i popoli della terra, perché sappiano vincere le suggestioni della violenza e della guerra e impegnino tutte le loro energie e risorse all'edificazione di una stabile pace, preghiamo.

  • Per le vittime della violenza, per i perseguitati, gli emarginati, gli oppressi, perché sia riconosciuto il loro diritto di uomini liberi e sia onorata in loro l'immagine del Figlio di Dio fatto uomo per noi, preghiamo.

  • Per le gravi disuguaglianze che colpiscono l'umanità, perché le risorse della terra non siano disperse negli sprechi e nelle armi di distruzione, ma l'abbondanza dei popoli ricchi supplisca all'indigenza dei poveri, preghiamo.

 

ORAZIONE: Dio della salvezza, che in Maria hai esaudito le attese e le speranze dell'umanità. Fa che questa nostra generazione, liberata da ogni forma di orgoglio e di violenza, costruisca con la forza del tuo Spirito la nuova civiltà dell'amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

 

 

 

NOVENA DELLA CONSOLATA – QUARTO GIORNO

 

CONSOLAZIONE E' DARE GESU' AL MONDO

 

Maria è la “donna Eucaristica” che dà Gesù al mondo. In questo giorno dedicato alla manifestazione pubblica del nostro amore all'Eucarestia come missionari sentiamo più che mai l'urgenza di fare della nostra vita un segno di consolazione dando anche noi Gesù al mondo.

 

Parola di Dio

Luca 2, 6-7 “Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo”.

 

Marco 14, 22-25 “Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio». “

 

Dalla Lettera: “La Consolata e la nostra identità”

«La Consolata diventa Consolatrice, anzitutto esercitando nei riguardi degli uomini la funzione avuta nel generare il primogenito dell'umanità nuova e nel collaborare in modo tutto speciale all'opera della salvezza. E' missionaria e consolatrice perchè segna l'inizio della chiesa, ne è madre e coopera alla rigenerazione degli uomini. Ci ha dato il suo nome per incitarci e sostenerci nel portare a tutti i poli la prima fondamentale consolazione: Gesù salvatore» (P. Giuseppe Inverardi 1988).

 

Dalla nostra vita missionaria

«In Madagascar mi occupo specialmente di 4 scuole e dei 2600 scolari che le frequentano. Cerco di trovare delle famiglie che prendano a carico gli studi di quelli più poveri. Tutti i giorni diamo un panino a tutti gli scolari.

Ho costruito tre forni che producono circa 3.000 panini al giorno. Agli allievi che abitano troppo lontano dalla scuola e sono meritevoli, dono la bicicletta. Ho quasi terminato una bella mensa scolastica per dare un pasto caldo agli allevi della scuola di Andasibé che sono figli di poveri agricoltori con pochi mezzi di sussistenza.

La Scuola del Sacro Cuore di Mandroa-Ivato situata presso l'Aeroporto di Tananarive non aveva ancora una sala grande per la S. Messa settimanale per i giorni di sole forte o di pioggia. Abbiamo dunque piazzato una grande tettoia con un bell'altare e la statua del Sacro Cuore. Ne è venuta una bella cappella all'aperto» (P. Noè Cereda IMC).

 

Preghiamo insieme: Per il mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, salvaci, Signore.

  • Per la santa Chiesa, perché fortificata dal pane della vita, cammini nelle strade del mondo annunziando con le parole e con le opere il Vangelo di salvezza, preghiamo.

  • Per tutti noi, perché spezzando il pane di vita eterna impariamo a condividere anche il pane terreno e a soccorrere i fratelli che sono nell'indigenza e nel dolore, preghiamo.

  • Per tutti gli uomini di buona volontà che come Maria fanno della loro vita un dono agli altri divenendo pane spezzato e segno di consolazione, preghiamo.

  •  

ORAZIONE: O Dio, che per mezzo di Maria Vergine hai voluto dare al tuo popolo la vera consolazione, Gesù Cristo; concedi a noi che la veneriamo con il titolo di Consolata, di collaborare insieme con lei all'opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

 

 

NOVENA DELLA CONSOLATA – QUINTO GIORNO

 

CONSOLAZIONE E' DIALOGO

 

Maria educa a una missione che sempre più richiede capacità di relazione, di ascolto e dialogo con gli altri. Il dialogo interreligioso è l'atteggiamento fondamentale del missionario che vuole entrare in relazione con i popoli e le grandi religioni senza rinunciare all'annuncio esplicito del Vangelo. Questo dialogo è parte della nostra metodologia missionaria.

 

Parola di Dio: Giovanni 4, 6-10

Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva».

 

 

Dalla “Magna Charta” dell'Interculturalità

«I nostri rapporti comunitari devono sapere attingere alcune caratteristiche che affondano nel Vangelo la loro ragion d’essere. Ce le suggerisce Paolo VI nell’Ecclesiam suam (EV II, 196):

La chiarezza: essa rifugge da ogni ambiguità e doppiezza. Il dialogo vero si deve esprimere sempre nella verità e in un linguaggio diretto e comprensibile.

La mitezza: essa rigetta ogni imposizione e violenza, rispetta l’altro, accoglie in ogni momento, cerca sempre di costruire ponti.

La fiducia: il dialogo inizia quando l’individuo non soltanto si basa sulle proprie convinzioni personali, ma dà piena fiducia alla controparte. Tale fiducia permette di utilizzare piena franchezza, senza venire meno alla legge dell’amore. Gli interlocutori infatti non guardano a se stessi, ma ricercano il bene superiore.

La prudenza: è una grande sfida per chi desidera intavolare un dialogo serio e costruttivo. Essa fa riferimento al discernimento che è sempre un cammino laborioso e lento verso verità. La prudenza ci rimanda inoltre alla ricerca del ritmo più adatto a chi ci ascolta, con rispetto ed empatia verso qualsiasi interlocutore».

 

Dalla nostra vita missionaria

«La comunità nella quale vivevo in Corea era composta da persone di 8 nazioni diverse. Tante sono le varie nazioni e le diverse culture quanto abbondano ricchezze e conflitti. Questo esercizio di internazionalità mi ha insegnato a comunicare più con il cuore che con la testa, superando il fatto di essere stranieri o diversi. C'è un proverbio coreano che dice: “Vivendo insieme ci siamo affezionati nel bene e nel male”. La vita insieme a fratelli di diversa provenienza mi ha fatto capire che l'affetto può nascere anche tra un coreano e uno straniero. Dovunque io vado, posso dialogare con il cuore con qualsiasi fratello. Adesso sto vivendo in una comunità più internazionale ancora, il Seminario Teologico di Roma, ma il principio che ho imparato in Corea è valido anche qui, perché il cuore umano è uguale» (Dong Uk Lee – Benigno – studente di teologia IMC).

 

Preghiamo insieme: Donaci, o Padre, un cuor solo e un'anima sola

  • O Dio, che ci hai creati a tua immagine, abbatti tutte le frontiere dell'egoismo che ci separano da te e ci rendono stranieri al nostro prossimo, preghiamo.

  • Tu che sei pazienza infinita, dona a tutte le confessioni cristiane sentimenti di umiltà e di carità sincera, perché cerchino instancabilmente le vie della riconciliazione, preghiamo.

  • Tu che hai voluto entrare in dialogo con tutti, senza distinzione, insegnaci ad essere segno di consolazione mediante il dialogo del cuore e dell'accoglienza sincera, preghiamo.

 

ORAZIONE: O Dio, che per mezzo di Maria Vergine hai voluto dare al tuo popolo la vera consolazione, Gesù Cristo; concedi a noi che la veneriamo con il titolo di Consolata, di collaborare insieme con lei all'opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

 

 

NOVENA DELLA CONSOLATA – SESTO GIORNO

 

CONSOLAZIONE E' INTERCULTURALITA'

 

L'interculturalità è anche una espressione della consolazione che come missionari vogliamo vivere in modo particolare nella nostra vita. Maria continua a farsi vicina a presente in ogni cultura anche oggi. Apparendo a Guadalupe, in Messico, assume i tratti della cultura indigena ed entra in dialogo con l'indio Juan Diego. Ci insegna ad approssimarci ad ogni popolo e cultura con la stessa semplicità ed umiltà che Lei ha avuto.

 

Parola di Dio: Efesini 2, 13-16

Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l`inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l`inimicizia.

 

Dalla Magna Charta per il Biennio di Interculturalità

«L’internazionalità e l’apertura alle culture sono temi presenti nella mente e negli insegnamenti pratici che l’Allamano, sin dagli inizi, dava ai suoi missionari.
Nato come Istituto regionale e successivamente sviluppatosi a livello nazionale, l’IMC ha dovuto affrontare fin dagli inizi la problematica dell’incontro con persone di altre culture.
A livello comunitario, il Fondatore sottolineava spesso il “tutti per uno e uno per tutti”, assieme all’”unità di intenti”, così necessaria per una comunità missionaria.
A livello apostolico, invitava i missionari al rispetto di coloro che incontravano e li incoraggiava allo studio delle lingue, dei costumi. Il Vaticano II parlando della formazione dei missionari, riprenderà questa idea: “Chiunque sta per recarsi presso un altro popolo, deve stimarne molto il patrimonio, le lingue ed i costumi”(AG 26)».

 

Dalla nostra vita missionaria

«Da secoli gli afro-colombiani hanno ricevuto l'annuncio evangelico e fondamentalmente hanno aderito al messaggio. Certamente l'hanno accolto a modo loro, in parte adattandosi con sincerità alla nuova religione, in parte adattando la nuova religione alla loro cultura. Portare avanti un'azione pastorale tra gli afrocolombiani, quindi, suppone ed esige di conoscere a fondo la loro cultura e la loro religiosità» (P. Vincenzo Pellegrino, IMC).

 

Preghiamo insieme:

Padre santo
Creatore dell’universo,
insegnaci ad amare e a rispettare la terra,
madre e nutrice
di ogni essere vivente.


Signore Gesù Cristo,
figlio di Dio e nostro fratello,
donaci occhi nuovi
per vedere in ogni “altro” che incontriamo

un figlio adottivo del Padre tuo,
un fratello da amare fino a dare la vita,
un amico che ci accompagna nella storia.

Spirito Santo,
dono, gratuità infinita
e fonte di unità,
trasforma le nostre comunità
in fraternità di comunione,
dove ogni missionario ami e si senta amato,
ogni cultura valorizzata
e ogni impegno apostolico ispirato e santificato da te.

Maria Consolata,
madre di Gesù e madre nostra,
rendi il nostro cuore simile al tuo:
capace di ascoltare, accogliere e consolare i poveri
rendendoli felici con l’annuncio del Vangelo. Amen.

 

 

NOVENA DELLA CONSOLATA – SETTIMO GIORNO

 

CONSOLAZIONE E' FRATERNITA'

 

Assieme alle Missionarie della Consolata formiamo la famiglia fondata dal Beato Giuseppe Allamano. In questo giorno della novena vogliamo pregare e ringraziare per questo dono e per il centenario di fondazione delle nostre consorelle. “Il nome della Consolata ci fa veramente fratelli e sorelle. Siamo della “Consolata”, abbiamo in comune la Madre e il Padre, la vocazione e uno spirito con cui viverla. Maria ci è madre perchè fondatrice, è modello e guida che ci forma nel cammino di configurazione a Cristo, è immagine di quello che dobbiamo essere”.(La Consolata e la nostra identità, 1988).

 

Parola di Dio: 1 Giovanni, 3, 16. 23-24

Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

 

Dal Documento dell' intercapitolo delle Missionarie della Consolata

«L'Allamano parlava di “Istituto” anche dopo aver fondato le missionarie. Il suo progetto, che condivideva con il Camisassa, era di giungere gradatamente ad una divisione giuridica tra i missionari e le missionarie, secondo le norme della Santa Sede, mantenendo però una profonda comunione di spirito e una stretta collaborazione nell'apostolato. Il suo criterio era di comunione e collaborazione nell'autonomia. “Le noci son divise in due parti, ma formano una cosa sola che si chiama noce. Così è dei Missionari e delle Missionarie che formano un corpo solo, benché divisi in due come il gheriglio della noce” (Padre Fondatore)».

 

Dalla nostra vita missionaria: la Consolata pellegrina in Etiopia

«Con un gruppo di giovani abbiamo iniziato a portare in pellegrinaggio il quadro della Consolata. Ogni domenica pomeriggio, abbiamo visitato una famiglia portando l'immagine di Maria. I giovani preparavano la preghiera e, pregando il Santo Rosario, presentavamo a Maria le necessità di tutti. Una domenica, durante il viaggio a piedi, cantando e pregando abbiamo offerto la nostra stanchezza chiedendo la pace per i nostri fratelli dell'Eritrea e della Somalia. Dopo due ore di viaggio, la famiglia cui eravamo diretti, ci ha ricevuto con grande gioia. Il pavimento della casa, era ricoperto di erba fresca (simbolo di festa e di accoglienza nella cultura etiopica). Tariku, uno dei giovani iniziò la preghiera, Emmanuel la continuò con la recita del Santo Rosario. Mentre pregavamo alcuni vicini entrarono nella casa guardandoci in silenzio. Alla fine, una giovane del gruppo, condivise con la famiglia particolari sul nostro cammino verso il centenario della fondazione delle Missionarie della Consolata; spiegò loro che il quadro di Maria era venuto dall'Italia e che ogni settimana visitava una famiglia chiedendole di benedirla e proteggerla sempre. La mamma di quella casa prese il quadro e abbracciandolo lo depose vicino al letto dei suoi figli, ho capito che, con quel semplice gesto, la signora Biqiltu chiedeva a Maria Consolata di proteggere i suoi tre piccoli bambini. Dopo, la famiglia ci ha offerto un delizioso pranzo etiopico. Mentre mangiavamo i vicini ci rivolgevano domande sulla nostra fede e i nostri giovani, molto orgogliosi, rispondevano cercando ogni tanto, con un piccolo accenno della testa che io confermassi le loro risposte. Conoscendo la lunga strada che dovevamo fare per il ritorno, la gente come segno di gratitudine per la nostra visita ci ha offerto canna da zucchero, mais e pane tostato. Siamo ritornati a Shambu stanchi, ma molto felici e abbiamo constatato come, gradualmente Maria conquista il cuore dei giovani e delle famiglie che vedono in Lei un modello di fede e una Madre che non abbandona mai i suoi figli.»(Sr. Paola Lafargue, MC).

 

 

Preghiamo insieme: Interceda per noi la Vergine Consolata

  • Per tutti noi, perché assieme alle Missionarie della Consolata, in spirito di comunione e collaborazione, sappiamo lavorare da fratelli e sorelle ed essere la famiglia voluto dal Beato Allamano, preghiamo.

  • Perché con l'aiuto e la benedizione di Maria possiamo essere segno di consolazione anche attraverso la fraternità vissuta nelle nostre comunità e in mezzo alle gente con la quale lavoriamo, preghiamo.

  • Benedici e sostieni le Missionarie della Consolata in questo tempo di grazia in preparazione al loro centenario di fondazione, preghiamo.

 

ORAZIONE: O Dio, che per mezzo di Maria Vergine hai voluto dare al tuo popolo la vera consolazione, Gesù Cristo; concedi a noi che la veneriamo con il titolo di Consolata, di collaborare insieme con lei all'opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

 

 

NOVENA DELLA CONSOLATA – OTTAVO GIORNO

 

CONSOLAZIONE E' SCELTA DEI POVERI

 

L'Allamano nella considerazione dei misteri di Maria fa emergere, fra altri atteggiamenti missionari, la sua preferenza per i poveri e gli umili e il suo amore sollecito e delicato per i bisognosi. Figlia di Sion, povera in mezzo ai poveri, raccoglie tutta l'eredità storica e sapienziale del suo popolo, la rivive, la canta e ne prepara l'incontro con il Signore della storia. L'opzione preferenziale per gli umili e i poveri, tra i quali lei primeggia, ci porta ad accompagnare il cammino de popoli, favorendo l'incontro tra vangelo e valori storici e culturali. (La Consolata e la nostra identità, 1988).

 

Parola di Dio: Luca 1, 46 -55

Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito
esulta in Dio, mio salvatore,
perché
ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e
Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo
braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso
ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre».

 

Dal XI Capitolo Generale

«Fa parte del nostro carisma l'opzione preferenziale dei poveri nella loro realtà di sofferenza, anelito di giustizia e cammino di fede e speranza. La nostra presenza in mezzo a loro si caratterizza per: un tenore di vita povero in strutture semplici, una pastorale comunitaria e di collaborazione, l'impegno per la “elevazione dell'ambiente”, lavorando non soltanto per i poveri, ma con loro, affinché diventino protagonisti del loro sviluppo».

 

Dalla nostra vita missionaria

«I nostri fratelli Pigmei ci obbligano ad una itineranza non solo fisica, ma anche culturale e del cuore. Visitiamo circa 20 accampamenti nei quali loro vivono con la nostra vecchia moto, in bicicletta o anche a piedi perché il più delle volte non vi sono strade.

Loro ci obbligano anche ad una itineranza culturale perché per poter dialogare con la cultura di questo popolo bisogna imparare a relativizzare la nostra mentalità e le nostre attitudini. E infine ci obbligano ad una itineranza del cuore, perché questo tipo di pastorale esige una grande apertura per ogni fratello e sorella secondo le loro necessità e ritornare sempre alla fonte dalla quale proviene la nostra vocazione e missione, Gesù Cristo. Il nostro proposito è quello di continuare ad essere missionari fedeli al servizio di questi popoli marginalizzati, considerati “gli ultimi”.

Chiedo al Signore che ci conceda molta sapienza e povertà di cuore per saper accompagnare la crescita nella fede di questo popolo, e, allo stesso tempo, ci conceda la grazia dell'umiltà affinché sappiamo imparare anche da loro. (P. Andrés García Fernández, imc ).

 

Preghiamo insieme: Consolatrice degli afflitti, prega per noi

  • Per i poveri, gli oppressi, gli sfruttati, perché la loro causa trovi un giusto riconoscimento in una società più aperta e sensibile, preghiamo.

  • Per tutti i gruppi umani vittime di discriminazione, oppressione ed emarginazione a motivo della loro origine, cultura e religione, affinché siano rispettati nei loro diritti e dignità, preghiamo.

  • Perché la scelta dei poveri ci porti a compiere gesti concreti di conversione personale e condivisione, preghiamo.

 

ORAZIONE: O Dio, che per mezzo di Maria Vergine hai voluto dare al tuo popolo la vera consolazione, Gesù Cristo; concedi a noi che la veneriamo con il titolo di Consolata, di collaborare insieme con lei all'opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

 

 

NOVENA DELLA CONSOLATA – NONO GIORNO

 

CONSOLAZIONE E' MISERICORDIA E PERDONO

 

La solennità del Sacro Cuore di Gesù, in questo ultimo giorno della Novena, ci porta a considerare la consolazione nella dimensione della misericordia e del perdono. Quale consolazione più grande può trovare una persona quando fa nella sua vita questa esperienza! Al Santuario della Consolata, ancora oggi, molti vi si recano proprio per questo motivo: per riconciliarsi con il Signore e con i fratelli attraverso il sacramento della confessione. La Consolata, come madre che tutto comprende e perdona, fa da mediatrice e conduce al Cuore misericordioso di Gesù.

 

Parola di Dio: Luca 6, 36-38

Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. [37]Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; [38]date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

 

Dalla “Magna Charta” dell'Interculturalità

«Gesù Cristo è pienezza di vita, unifica le etnie e i popoli, e riconciliandoli con il suo sangue fa di loro una sola famiglia. Il suo amore riversato nei nostri cuori è capace di riconciliarci gli uni con gli altri. Elemento quindi fondamentale per la spiritualità dell’interculturalità è il diventare artefici di riconciliazione e di pace, sempre capaci di perdono.

Il termine riconciliazione non significa unicamente ristabilire la pace nei cuori: ciò che importa è ristabilire una relazione normale, la comunicazione interrotta, il superamento della disputa. In questa prospettiva, la riconciliazione ha un volto concreto ed è un linguaggio per apprendere a vivere con e nella pluralità, a gestire pacificamente i conflitti. E’ qui che acquista tutto il suo significato, per una pratica della riconciliazione, la forte affermazione di Benedetto XVI: “il sangue versato non grida vendetta, ma invoca rispetto della vita e pace!”».

 

Dalla nostra vita missionaria

In una Colombia dilaniata dalla violenza opera da otto anni la Fondazione per la Riconciliazione di padre Leonel Narváez Gómez, Missionario della Consolata. L’obiettivo delle scuole di Perdono e Riconciliazione è quello di offrire agli ex combattenti e alle vittime dei conflitti armati spazi in cui si possa dialogare, ricevere orientamento e saper sanare le ferite provocate dalla violenza. E' indispensabile lavorare in questa direzione poiché “è nel cuore delle persone che ha origine la guerra ed è quindi nel cuore delle persone che è necessario costruire la pace”. ES.PE.RE è un'istituzione specializzata in teoria, metodo e applicazione di pedagogie di Perdono e Riconciliazione, ispirata a una profonda spiritualità. Funziona con gruppi di 10-15 persone, vittime o carnefici, che si riuniscono una volta a settimana. Ogni gruppo ha un animatore. Condividono le proprie esperienze per trovare la radice della loro rabbia e del loro rancore, raggiungendo la riconciliazione. Oggi la Fondazione per la Riconciliazione è presente in Canada, Stati Uniti, Messico, Repubblica Dominicana, Perù, Brasile, Cile, Venezuela, Italia, Israele, Spagna, Sierra Leone, Liberia e Sudafrica.

 

Preghiamo insieme: Intercedi per noi, Vergine Consolata.

  • Per tutta la Chiesa, perché sempre più chiaramente si manifesti come luogo della riconciliazione, del perdono e della misericordia, preghiamo.

  • Perché attraverso il nostro ministero sacerdotale sappiamo condurre al Cuore di Gesù coloro che sono alla ricerca della misericordia, del perdono e della grazia divina, preghiamo.

  • Per le nazioni oppresse da continue guerre e conflitti perché siano aiutate a rivivere tempi di sicurezza e di pace anche attraverso la via della riconciliazione e del perdono, preghiamo.

 

ORAZIONE: O Dio, che per mezzo di Maria Vergine hai voluto dare al tuo popolo la vera consolazione, Gesù Cristo; concedi a noi che la veneriamo con il titolo di Consolata, di collaborare insieme con lei all'opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

giuseppeallamano.consolata.org