NOVENA DEL SANTO NATALE
CON IL PADRE FONDATORE
ALL'INIZIO DELL'ISTITUTO
Le pagine che seguono, a cura della Postulazione Generale IMC, contengono riflessioni e suggerimenti che l'Allamano offriva ai suoi giovani, missionari e missionarie, per aiutarli a vivere bene la “Novena” come preparazione immediata alla solennità del Natale.
Con inizio dal 16 dicembre, ogni giorno fino al 24, l'Allamano aveva qualcosa da suggerire. Alcuni pensieri sono nuovi, altri sono insistenze o ripetizioni. Nella sostanza i suoi suggerimenti sono sempre di incoraggiamento, perché vuole che i suoi figli e figlie siano felici ed entusiasti, in vista del Natale.
Questi pensieri, raccolti per la novena del 2011 ma utili per ogni novena del Natale, possono essere esposti sulla bacheca della comunità per creare un clima “allamaniano”, oppure venire letti durante la celebrazione vespertina dell'Ufficio delle Ore, al quale premettere il canto o la lettura delle Antifone Maggiori.
PRIMO GIORNO
Venerdì' 16 dicembre 2011
«L'Avvento è la novena più lunga. Guardate come la Chiesa comincia subito a pregare il Signore che venga: “Veni, Domine, excita Domine, potentiam tuam et veni...” [Vieni, Signore, mostra la tua potenza e vieni]; espressioni che sono per preparare il nostro cuore alla venuta di Nostro Signore nel nostro cuore».(Conf., II, 123).
«13 dicembre 1908 - Domenica 3 Avvento - Siamo [vicini] alla Novena di Natale e bisogna che ci prepariamo più prossimamente; a questo serve l'Epistola di oggi: “Gaudete in Domino semper, iterum dico gaudete; modestia vestra nota sit omnibus hominibus, Dominus enim prope est” [“Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siete lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!”]. Godete pure, godete, state allegri, ma nel Signore. E perché soggiunge: “modestia vestra ecc”? Per dire ai Filippesi (4,4-5): rallegratevi sì, ma con moderazione; sempre secondo la santa modestia. Sì, apprezziamo questa bella virtù, quantunque certa gente non se ne curi. […].
E quali sono i mezzi per acquistare questa bella virtù? Sono due: il primo ce lo dà S. Paolo nelle parole: “Dominus prope est” - Il Signore è vicino, Dio mi vede... Bisogna assuefarci all'idea della presenza di Dio. […]. Il secondo è, come dice il nostro Venerabile [Cafasso] nella sua predica: “lavorare, darsi attorno”. Certo bisogna star ben attenti, oh sì, costa, oh sì! Ma è necessario.
Sì, desidero proprio che abbiate un grande amore a questa bella virtù, e servirà a prepararvi alla venuta del Signore, il quale, diciamo anche noi con la S. Chiesa, prope est... è vicino a venire» (Conf. IMC, I, 280-282).
SECONDO GIORNO
Sabato 17 dicembre 2011
«15 dicembre 1912 - Domani incomincia [la novena di Natale] ... La S. Chiesa già da due settimane ci va esortando... Regem venturum... Oggi poi per più scuoterci: Prope est jam Dominus [Il Signore è vicino]... - Si commemora in questa solennità la nascita di Nostro Signore di duemila anni fa, e la nascita spirituale in noi. A questo secondo intento sono dirette le parole della Chiesa. Per ben prepararsi a ricevere Gesù e le Sue grazie: 1) non peccati neppur piccoli deliberati: montes et colles. [i monti e i colli saranno abbassati] - 2) raccoglimento, fedeltà agli inviti della grazia di Dio, ed aspirazioni: Veni Domine [vieni Signore]. Gesù vuol essere desiderato, e verrà nelle nostre anime a proporzione dei nostri desideri...» (Conf. IMC, I, 474; cf. II, 123).
«A tal fine [la Chiesa] ci fa dire: excita... veni Domine... Utinam...[Vieni, Signore, scendi]. Facciamo nostri questi sospiri, ripetiamoli sovente nel giorno; Gesù verrà in noi con maggiori grazie a secondo del nostro desiderio. Ma non basta pregare per ben prepararci al Natale; è pure necessario avere spirito di penitenza e di mortificazione. […]. Non pretendo da voi le grandi penitenze dei Santi.[...]. Voi dovete fare piccoli sacrifici, ma quotidiani, continui per acquistare l'abito della mortificazione, sicché a suo tempo siate poi capaci di sacrifici grandi ed anche eroici, come esige la natura della vita apostolica» (Conf. IMC, I, 354-355).
TERZO GIORNO
Domenica 18 dicembre 2011
«15 Dicembre 1914. Domani comincia la novena del S. Natale; del Bambino... Nei paesi, oh come si fa bene questa novena. La novena del Bambino. E la Chiesa che prima diceva: Regem venturum Dominum venite adoremus; da domenica in qua dice: Prope est jam Dominus [il Signore è già vicino], venite adoremus. E già lì vicino alle porte del vostro cuore. Vedete la Chiesa come desidera che ravviviamo il nostro amore verso Gesù Bambino. […].
E per prepararci che cosa vuole la Chiesa da noi? Il Signore vuole amore. Il Padre eterno ce lo ha mandato per amore. Sic, sic, Deus dilexit mundum ut Filium suum Unigenitum daret [Così Dio ha amato il mondo, da dare il suo Figlio]. Nostro Signore poi, il Santo Bambino, è venuto per amore. “Propter nos homines et propter nostram salutem” [Per noi uomini e per la nostra salvezza]. […]. S. Agostino dice: Sic nasci voluit, qui amari voluit [Volle nascere per essere amato]. E S. Francesco di Assisi vero devoto del Bambino Gesù andava esclamando: Amemus puerum de Betlehem! [Amiamo il Bambino di Betlemme], Amemus puerum de Betlehem! a tutti quelli che incontrava. […]. Dunque, il Paradiso vuole che l'amiamo; la Chiesa vuole che l'amiamo; i Santi dicono che Egli viene per amore; e noi siamo freddi come il ghiaccio? No! Scuotiamoci! Tutti; vogliamo bene al Bambino, per essere da Lui amati. […]. Se desiderate molto Egli verrà con molta grazia.
Questa novena è d'amore; e si manifesta nel desiderio di riceverlo. Nella notte del Santo Natale sarete contenti di esservi preparati. Egli desidera di essere desiderato. Fate così e sarete contenti di esservi preparati bene» (Conf. IMC, II, 141-142).
QUARTO GIORNO
Lunedì 19 dicembre 2011
«15 dicembre 1914 - Che faremo per prepararci in questa Novena alla venuta spirituale di Gesù nel nostro cuore? Ameremo Gesù Bambino; e come? Con tanti sospiri del cuore, non solo cantando ogni sera le belle profezie, ma ripetendole anche lungo il giorno, come giaculatorie e comunioni spirituali; e ciò nello studio, in ricreazione e dovunque. Così ci prepareremo alla Festa. E chi non sente in sé questo amore, lo chiami a Gesù stesso per intercessione della SS. Vergine, che tutta divampava di amore nell'aspettazione del suo Gesù» (Conf. IMC, II, 140).
«Interponete la Madonna. Essa è la Madre del Bell'Amore. La Madonna ci dia la grazia di amar Nostro signore» (Conf. SMC, II, 457).
«Nella disposizione ammirabile di Dio tutte le grazie passano per Maria; è come un canale, è la dispensiera delle grazie; ed un'anima che voglia prenderle (le grazie) indipendentemente da Lei, non le prende. “Omnia nos habere disposuisti [Hai voluto che tutto avessimo per mezzo suo]”. La Madonna, in Dio, con Dio, può tutto» (Conf. SMC, I, 347; II, 598).
«Non vi è Santo che non sia stato devoto della Madonna. Forse i Santi antichi l'avranno onorata meno? No, la più bella omelia di S. Gerolamo è quella sulla Madonna. Io non avrei pensato che quel santone piuttosto rustico fosse tutto tenerezza nel parlare della Madonna. Bisogna essere devoti della Madonna se vogliamo andare avanti nella perfezione» (Conf. SMC, I, 348).
«Il Ven. Cafasso una volta lasciò una commissione ad un condannato affinché la portasse subito alla Madonna: Ma non andrò prima da Nostro Signore?, soggiunse il barabba. No, passerete prima dalla Madonna, rispose il Venerabile. Vedete, è la Madonna la commissioniera» (Conf. SMC, I, 426).
QUINTO GIORNO
Martedì 20 dicembre 2011
«15 dicembre 1915 - Domani sapete che si dà principio alla novena del S. Natale. È una cara novena che quando eravate ancora piccolini la facevate già. C'è il presepio, il Bambino, è cara a tutti. Noi la faremo anche [per] quel che potremo, abbiamo già passata l'Immacolata con l'ottava ed ora siamo già alla Novena di Natale. Con queste feste si termina l'anno. […]. Quei che erano in principio di quest'anno si ricordano che avevo dato loro una virtù da praticare, come pure avevo dato loro un protettore, S. Carlo, e una virtù con cui imitarlo. “Marchina, sai dirmi quel era la virtù che vi avevo dato?”. - L'umiltà - Bravo, l'umiltà. Ecco, sapete che S. Carlo l'aveva preso come suo stemma. Per questo io ve l'ho proposta dandovi S. Carlo come protettore, perché l'imitiate nell'umiltà. […].
Dunque in questa novena imiterete Nostro Signore nell'umiltà. E guardate un po': dopo che Nostro Signore è nato povero e umile che è successo? L'Eterno Padre gli ha dato un nome “quod est super omne nomen”, sopra tutti gli altri nomi. “Qui se humiliat exaltabirur” [Chi si umilia sarà esaltato]. Ricordatelo in questa novena. “Parvulus Dominus et amabilis nimis” [Il Signore (è) un Bambino molto amabile], diceva un Santo. Domandiamo, perciò, a Nostro Signore di essere umili, togliamo la radice della superbia dal nostro cuore. […]. Se farete bene questa novena, il Signore vi concederà molte grazie, perché Egli guarda in modo speciale gli umili, “humilibus autem dat gratiam” [dà la grazia agli umili]» (Conf. IMC, II, 444-446).
SESTO GIORNO
Mercoledì 21 dicembre 2011
«16 dicembre 1917. Incomincia la novena del S. Natale... eh! avete già tante cose dette su questo che potete dire: “Quel buon vecchio, anche vada in Paradiso, di cose ce n'ha dette!”. - Il teologo Murialdo, degli Artigianelli, sul punto di morte veniva pregato che dicesse qualche cosa alla Comunità; egli rispose: Ma avete già le regole! ed è morto senza dir niente. […].
Che bella novena quella del Bambino! Bisogna farla con semplicità. Nel presepio si vede l'umiltà e la semplicità che si deve prendere, e se uno non gode di questa festa, è segno che è ben superbo. Se il Signore si è fatto piccolo, perché non dobbiamo noi farci piccoli? S. Agostino dice: Il Signore ha voluto nascere così piccolo per farsi amare: “Sic nasci voluit, amari voluit”. Chi non ama il Bambino? In questa festa non deve entrare la testa, ma tutto il cuore. “Regem. venturum Dominum, venite adoremus [Venite, adoriamo il re che sta per venire]”.
[…]. Dunque preparare la via con opere buone: semplicità, umiltà, sacrifici...; di quelli che non portano danno alla salute fatene tanti. Fate questa novena di propiziazione per ottenere la pace.
[…] La terza domenica [d'Avvento] la Chiesa non dice più di venire ad adorare il Re che sta per venire, ma di venirlo ad adorare che è già lì alle porte: “Prope est jam Dominus, venite adoremus” [È vicino ormai il Signore, venite adoriamolo]. Quindi non fare come le vergini stolte che non sono state attente rimasero chiuse fuori» (Conf. SMC, II, 197, 200).
SETTIMO GIORNO
Giovedì 22 dicembre 2011
«15 dicembre 1918. Vi preparate a far la Novena del S. Natale? Questa è la novena del cuore. Chi ha cuore deve farla bene. S. Bernardo diceva: Parvulus Dominus et amabílis nimis [Signore (è) un Pargolo molto amabile].
È piccolino, ma tanto più amabile. Il Signore è già vicino. L'avete mai visto il Bambinello che batte alla porta? Batte forte, ma se non gli si apre scappa via...
Bisogna domandargli spirito di semplicità. Ah! il carattere doppio è una gran brutta cosa! Semplicità nell'ubbidienza; semplicità di testa ci vuole. […].
Dunque desiderare di riceverlo il Bambino, con tutte le sue grazie. Egli viene con le mani piene e le dà secondo la nostra preparazione. Quindi in questo tempo, in questa novena, dire: “Veni, Domine”, Vieni Signore, non tardare! Al P. Anglesio, quand'era moribondo, il confessore suggeriva sempre: “Veni Jesu, veni Jesu [vieni Gesù]”, ed il Padre aggiungeva: Non tardare, fà presto!» (Conf. SMC, II, 440-441.445).
«Dobbiamo voler bene al Bambino. Dobbiamo voler bene, sì, a Gesù Crocifisso, ma anche tanto al Bambino. […]. Il primo mezzo per ottenere di veramente amarlo è di pregare Nostro Signore che ci dia questo amore. S. Agostino diceva sempre: Che io ti ami, o Signore; “Domine ut amem Te”. Domandateglielo questo amore. Lui è contento» (Conf. SMC, II, 456-457).
OTTAVO GIORNO
Venerdì 23 dicembre 2011
«17 dicembre 1922- Questa è la novena del cuore (quella di Natale)… un bambino si fa mangiare… chi non la sente questa festa, o che non ha cuore, o che è un superbo. Amiamo il Bambino di Betlem, andava esclamando S. Francesco d’Assisi.
Pazienza nel mondo che ci sia un po’ di freddezza, ma nelle comunità religiose ci vuol fervore in tutte le novene, massime in questa. Bisogna farla bene e per farla bene ci vuol spirito di fede. Uno può credere, aver la fede, ma non vivere di fede. Colui che sta tutto il giorno senza mandare un pensiero al Signore, senza niente, non ha lo spirito di fede. I nostri pensieri siano di fede, le nostre parole e azioni siano informate, spinte per motivo di fede. “Quid hoc ad aeternitatem?” [a che serve questo per l'eternità?]. […].
Esercitatevi in questa novena a vivere di fede. “Colui che è gisto vive di fede”. Le cose anche più indifferenti, più piccole che si fanno per obbedienza, acquistano tanta importanza. [...]. Vi troverete in Paradiso senza aver fatto tanti miracoli, ma avrete fatto tutto per il Signore […].
Dunque, in questa novena praticate lo spirito di fede; e soprattutto chinate la testa. Non crediamo di umiliarci per riconoscere il Bambino. S. Bernardo diceva: “Nostro Signore si è fatto piccolo per essere molto amato: Parvulis Dominus et amabilis nimis...”. Desiderate molto che venga a nascere spiritualmente nelle anime vostre ed anche nella comunità; che venga a portarvi tutte le sue grazie. Il Signore ci darà grazie secondo il desiderio maggiore o minore che abbiamo» (Conf. SMC, III, 491-493).
NONO GIORNO
Sabato 24 dicembre 2011
«23 Dicembre 1920 - «(Per gli auguri di Natale). Vi ringrazio di tutti gli auguri: ma una parola non la voglio... voglio che si cancelli quello che il buon Coad. Carlino ha detto per umiltà, rappresentando quelli d'Africa, che siete figli ingrati... questa parola non va... noi abbiamo mai ricevuto nessuna ingratitudine da voi... abbiamo solo sempre ricevuto consolazioni... qualche sbaglio è naturale ... ma c'è sempre stato quella buona volontà ... ci avete sempre consolati... Noi siamo sempre stati contenti di voi, e anche adesso passate le feste contenti...» (Conf. IMC, III, 505).
«Stamattina sono arrivate le lettere dall'Africa; non ho ancora avuto tempo di aprirle, penso però che saranno tutte di augurio ed io quegli auguri li godo già benché non li abbia ancor letti. Io non aspetto altro augurio che la vostra santificazione, proprio apostolica. Non lasciatevi andar giù, ma procurate di acquistare tutti gli abiti delle sode virtù. Come S. Paolo che diceva: “non vestra sed vos”, io non cerco altre cose che voi, per santificarvi» (Conf. SMC, I, 261).
«Io canterò la S. Messa nella notte del S. Natale; tutti han voglia di quello, ma non me la lascio prendere; sono furbo... Anche che non sia qui con voi, vi sarò presente in spirito... In queste feste bisogna far tante carezze a Gesù Bambino, facendole consistere in piccoli sacrifici. […]. Tutte le volte che andate a vederlo vi dà la benedizione... Così passando bene queste feste, termineremo bene l'anno...» (Conf. SMC, III, 350).